Ho acquistato questo libro diversi anni fa, prima della mia prima gravidanza. A quel tempo facevo la baby sitter ad una bimba e una volta a settimana la accompagnavo a lezione di pittura, e quando la lasciavo lì cercavo una panchina tranquilla e mi mettevo a leggere questo libro.

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Spesso le neo mamme hanno dei dubbi, come è naturale che sia, sull’inizio dell’allattamento e sulla gestione del neonato. Anche se fortunatamente esistono figure professionali a cui potersi rivolgere per sciogliere queste perplessità, mi fa piacere fare un piccolo riassunto dei principali dubbi per dare veloci risposte, che possono rassicurare le mamme oppure dare maggiore consapevolezza alle donne che si apprestano a diventare madri.

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Tante volte si sente dire che allattare è un gesto naturale, che verrà da sé… o che, altrimenti, è una questione di “fortuna” e non si può sapere in anticipo se ci sarà il latte, se sarà “buono”, se basterà al piccolo. Ma qual’è la verità?

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Allattare al seno è un’esperienza molto intensa sia per la mamma che per il bambino, non è semplicemente un gesto meccanico che la madre compie per permettere al proprio figlio di sopravvivere ed essere alimentato.

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La conclusione spontanea dell’allattamento è un processo che spesso richiede molto tempo. Tra i due e i quattro anni, o anche oltre, e a volte prima, i bambini allattati iniziano a perdere interesse per il seno, gradualmente, riducendo il numero delle poppate e la durata.

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Ci sono molti pregiudizi circa l’allattamento al seno “prolungato” nel tempo e sulla scelta di lasciare che sia il bambino ad avere l’iniziativa di smettere.

Negli ultimi anni, ci sono stati molti progressi nella diffusione dell’allattamento cosiddetto “a termine”, cioè che si conclude quando la mamma e il bambino, insieme, lo desiderano.

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A volte può essere necessario sospendere l’allattamento, per motivi di salute o anche perché la mamma non riesce più a provare piacere nella relazione di allattamento.

In alcuni casi, continuare un allattamento che non rende felice la mamma è peggio che interromperlo, ma la decisione unilaterale della conclusione di questo rapporto dovrebbe ridursi ai casi strettamente necessari. Per il bambino potrebbe essere un evento difficile da affrontare ed elaborare.

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Allattare o no è una scelta che spetta alla mamma, e a nessun altro. Se è vero che allattare dovrebbe essere la norma per chi non ha difficoltà fisiche specifiche (reale ipogalattia, malattie che richiedono terapia incompatibile, …), è anche vero che a volte alcune mamme non desiderano affatto allattare, per diversi motivi. Io credo che queste mamme abbiano diritto a fare una scelta diversa da quella consigliata, ma devono essere correttamente informate delle difficoltà a cui potrebbero essere esposti i loro bambini.

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