Post parto: nuovi equilibri, intimità e contraccezione

Le prime settimane di vita del bambino sono un periodo stranissimo e molto faticoso per le neo mamme: si entra improvvisamente nel nuovo stato di “mamme”, appena concluso il parto, e con tutte le emozioni della nascita si fatica a rendersene conto. Spesso si “riemerge” da questo primo periodo dopo un tempo variabile, che può andare da qualche settimana a qualche mese.

Un nuovo mondo, una nuova donna

Il riemergere da questo primo periodo è caratterizzato dal rendersi conto di essere state “in apnea” per tutto quel tempo, prese solo dal neonato e da aspetti legati a lui: l’allattamento, la crescita, la nuova vita con lui. Ci si guarda indietro e sembra che quel periodo sia stato infinito, lunghissimo, ma anche passato in un lampo.

Ad un certo punto si riesce ad alzare la testa, a capire che la vita sta ritrovando un ritmo che, anche se non sarà mai come quello di prima, è pur sempre un ritmo. Ci si ricorda che si è donne, prima che mamme, e anche mogli/compagne, e ci si rende conto che tutti questi aspetti della stessa persona sono in realtà conciliabili, anche se a volte sembra impossibile.

La donna è fatta di tutti questi aspetti, che possono vivere in lei contemporaneamente, senza perdere nulla, ma anzi facendo guadagnare alla donna una completezza che prima non si poteva avere.

Il ruolo del compagno

Questa integrazione dei diversi aspetti di sé non è una passeggiata per la neomamma, ma il suo compagno può aiutarla a compiere questo processo graduale, ricordandole dolcemente che lui la sta aspettando. Essere una famiglia non toglie nulla a nessuno, ma offre qualcosa in più. Il nostro compagno ci ricorda che possiamo essere amate e desiderabili anche se siamo stanche, perché adesso siamo delle madri, oltre ad essere donne. E abbiamo donato la vita a quello che è anche suo figlio.

Il papà ha un importantissimo compito, che facilita questo processo di integrazione: ricordare alla propria compagna che è ancora innamorato di lei, che ha scelto proprio lei per essere madre dei loro figli. Per la donna è importante sentirsi dire che il compagno la ama, anche se arriva alla sera ancora in pigiama, coi capelli spettinati e stanca. Lei è alle prese con gli ormoni del post parto che la fanno piangere e poi ridere nel giro di 5 minuti. Non è una passeggiata! Ha bisogno di sentirsi dire che lui saprà aspettare il momento in cui sarà pronta per tornare ad essere anche donna e non solo mamma, e che starà sempre al suo fianco. Insieme potranno affrontare tutte le difficoltà.

Questo atteggiamento protettivo del compagno, oltre ad essere preventivo contro la depressione, è il modo più bello di portare avanti una famiglia. Ciò significa che il padre deve aiutare madre e figlio a separarsi psicologicamente e ricondurre amorevolmente la propria compagna all’interno del rapporto di coppia in cui possa sentirsi nuovamente valorizzata.

Intimità e desiderio

La ripresa dell’attività sessuale è molto libera e soggettiva, non ci sono regole fisse. Solitamente si consiglia di riprendere non prima di 40 giorni, dopo la prima visita post parto. Un ostacolo che può rendere difficoltosi i primi tentativi può essere quello della secchezza vaginale, se si allatta. Le ovaie sono a riposo come se ci si trovasse in menopausa, e questo provoca poca lubrificazione, ma si può ovviare a questo inconveniente usando lubrificanti a base acquosa. Un parto non proprio naturale, o il fatto di avere avuto punti di sutura, potrebbe complicare le cose, rendendo dolorosa la penetrazione, quindi si consiglia di iniziare in modo dolce e graduale.

Se ci dovessero essere problemi fisici legati a cicatrici e ferite dovute al parto, si può consultare uno specialista e pensare ad una riabilitazione per migliorare la situazione.

Psicologicamente potrebbe essere necessario più di un mese perché la neo mamma provi desiderio, in parte a causa degli ormoni, in parte a causa della stanchezza, ma se si ha pazienza e si rimane uniti, le occasioni non mancheranno, anche se a volte i neonati non lasciano molto tempo per l’intimità.

La ripresa del ciclo

Se si allatta, non si sa quando tornerà il ciclo mestruale. Prima del primo ciclo dopo il parto (capoparto) si avrà ovulazione, ma prima di questo momento non c’è modo di prevedere quando si tornerà fertili. C’è una variabilità tra i 40 giorni e i 2 anni, e anche di più in alcuni casi.

L’allattamento ha un effetto contraccettivo (amenorrea lattazionale) ma ci sono requisiti molto stretti da rispettare affinché la protezione sia efficace:

  • non devono essere trascorsi ancora 6 mesi dal parto (dopo non è più efficace)
  • non devono essere tornate le mestruazioni
  • l’allattamento deve essere esclusivo (solo latte materno, niente biberon o ciucci) con degli intervalli tra le poppate mai troppo lunghi (sempre meno di 6 ore, compresa la notte).

L’amenorrea lattazionale non è un metodo anticoncezionale, non è sicuro al 100%, ma è un metodo per distanziare le nascite. Se si vuole essere sicuri (al 99%) di non avere gravidanze è necessario utilizzare dei metodi anticoncezionali come preservativi, diaframma, spirale, ecc…

Per qualsiasi difficoltà, sia di carattere fisico che di carattere psicologico, si consiglia caldamente di rivolgersi ad uno specialista e chiedere aiuto senza aspettare troppo. A volte anche solo una chiacchierata aiuta a sentirsi meno in ansia e le cose già migliorano. Ostetriche, fisioterapisti e psicologi sono a vostra disposizione, approfittatene!


Foto di Jesus Pedraza da Pixabay
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