IL NEONATO: CAPACITÀ E COMPETENZE

Vediamo insieme “cosa sa fare” il neonato, tenendo conto del fatto che molte delle sue capacità sono un continuum con le competenze acquisite durante la gravidanza. Solitamente si dice che i neonati non sanno fare altro che piangere e mangiare, ma la realtà non è solo questa!
I cinque sensi
Il bambino che nasce ha già iniziato a sperimentare il mondo attorno a sé. Nel piccolo spazio dell’utero materno, il feto ha modo di sperimentare sensazioni tattili e gustative, ad es. succhiandosi il pollice. Il tatto è il primo organo di senso a svilupparsi. Gli stimoli tattili sono perfettamente recepiti e sappiamo quale effetto calmante abbia sul bambino il contatto con il corpo materno.
I neonati sono in grado, appena nati, di riconoscere la voce della mamma e distinguerla da quella di chiunque altro. Sono anche in grado di distinguere l’odore del latte della propria madre (vari esperimenti sono stati fatti in merito). Riescono a mettere a fuoco ad una distanza compresa tra i 20 e i 50 cm, che è la distanza esistente tra il neonato e il volto di chi lo sostiene quando viene tenuto in braccio. La natura li prepara all’incontro con la mamma.
L’interesse per il volto umano
Ciò che in assoluto attrae di più il neonato è il volto delle persone. A poche ore dalla nascita i neonati possono fissare un viso ed imitarne alcune espressioni. A 36 ore di vita i neonati guardano più a lungo un volto con occhi aperti piuttosto che uno con gli occhi chiusi. Se l’adulto tira fuori più volte la lingua, potrà osservare come poco dopo il neonato farà altrettanto.
Questo avviene grazie ai “neuroni specchio”, scoperti di recente. È molto interessante che i neonati sappiano distinguere tra persone e bambole: i bambini di 2 mesi imitano i gesti delle persone ma non della bambole: sanno benissimo cosa vuol dire avere davanti una persona o un fantoccio. E sono interessati a imitare e ad interagire solo con le persone.
Il potere dello sguardo
Il bambino utilizza lo sguardo del proprio interlocutore per stabilire un contatto relazionale, ma anche per raccogliere informazioni sul mondo esterno. L’interesse del bambino verso il mondo esterno è maggiore quando l’adulto, nella relazione con lui, rivolge l’attenzione all’ambiente. Possiamo tranquillamente dire che tutto, anche la conoscenza del mondo, passa dalla relazione.
Il sorriso
Fin dalla 32a settimana di gravidanza il feto manifesta configurazioni facciali simili al sorriso. I neonati sorridono, ma almeno fino ai 3 mesi non si tratta di un sorriso consapevole: è un sorriso automatico, come un riflesso, uno strumento predisposto dalla natura per favorire il contatto e la relazione con l’altro. Infatti, tutti noi siamo molto attratti e coinvolti quando un bambino ci sorride e siamo così portati a protrarre più a lungo l’interazione.
I riflessi
Oltre a queste competenze, i neonati ne possiedono altre: i riflessi. Questi ultimi sono risposte automatiche a stimoli specifici. Sono comportamenti innati, inconsapevoli e adattivi. La presenza dei riflessi è il primo indizio del fatto che il bambino reagisce ad informazioni del mondo esterno.
Sistema nervoso ed emotività
Già nel periodo prenatale, l’emisfero cerebrale destro inizia a svilupparsi: a questo emisfero è connessa tutta la parte emotiva. Le esperienze che il feto vive e la sua relazione con la madre sono già impresse nella sua memoria. Le emozioni che il bambino vive nei primi 3 anni di vita sono come “incarnate” nel suo corpo, perché vengono immagazzinate nel sistema limbico, e non sono accessibili alla coscienza.
Le emozioni e i comportamenti conseguenti messi in atto dai bambini sono influenzati dai comportamenti dell’adulto che si occupa di loro. La costruzione delle emozioni avviene all’interno delle relazioni affettive con le figure primarie.
Foto di esudroff da Pixabay
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