LA CONCLUSIONE NATURALE DELL’ALLATTAMENTO

La conclusione spontanea dell’allattamento è un processo che spesso richiede molto tempo. Tra i due e i quattro anni, o anche oltre, e a volte prima, i bambini allattati iniziano a perdere interesse per il seno, gradualmente, riducendo il numero delle poppate e la durata.
Come succederà?
Iniziano a dormire tutta la notte, a “dimenticarsi” alcune poppate, ad essere sereni anche senza poppare tutto il giorno, cosa che alcuni mesi prima forse sembrava impossibile. E invece è così, i bambini crescono e a volte cambiano tantissimo nel giro di qualche settimana, qualche mese.
Alcune volte i bimbi allattati smettono di chiedere il seno durante una successiva gravidanza della mamma. Anche se non ci sono gravidanze di mezzo, tra i due e i quattro anni arriva il momento in cui i nostri piccoli iniziano ad andare incontro al mondo senza bisogno del seno e del latte materno.
Quando succederà?
Lo svezzamento lento e graduale, guidato dalla propria intuizione piuttosto che dai suggerimenti di altre mamme o di “esperti”- visto che non esistono due mamme uguali né due bimbi uguali – è preferibile allo svezzamento imposto arbitrariamente. Uno svezzamento stabilito arbitrariamente può condizionare il sentimento del bambino di essere persona e di essere capace di usare il proprio discernimento in maniera autonoma e differente dagli altri.
I bambini non hanno bisogno del latte materno per un periodo standard uguale per tutti, un periodo deciso a priori da pediatri e esperti. Il latte materno, infatti, non è solo un insieme formidabile di sostanze nutritive che si adeguano al fabbisogno del bambino man mano che cresce, ma è anche un mezzo per sentire il calore e la sicurezza del contatto con la mamma.
Alcuni bambini spontaneamente decidono che non hanno più bisogno di poppare, svezzandosi abbastanza presto (comunque, di solito, non prima dei 2 anni). Ma altri bambini hanno bisogno di un contatto più prolungato con il seno materno.
Come si sente la mamma?
Se è arrivata fino a questo punto in modo sereno, senza provare ad accelerare il distacco, probabilmente si accorgerà che l’allattamento sta rallentando, senza sapere esattamente da quando sta avvenendo il cambiamento. Questo significa che davvero le cose sono andate gradualmente.
Proverà sentimenti contrastanti forse, come è normale che succeda. Gioia nel vedere il proprio piccolo che cresce e che riesce a fare a meno del seno, malinconia nel ricordare il proprio piccolo quando era sempre attaccato al seno, sollievo nel non sentirsi più “ostaggio” ogni qual volta si siede sul divano, e voglia di scoprire nuovi modi di stare insieme.
Allattare non deve diventare un modo per “legare a sé” il proprio bambino. Ci possono essere casi in cui le mamme hanno delle difficoltà in questo senso e “usano” l’allattamento come occasione di simbiosi, ma questi sono casi limite e sarebbero problematici anche senza allattamento.
Come si sente il bambino?
Se non ci sono forzature e il distacco avviene in modo molto graduale, e come ogni altro grande progresso, questo percorso può prevedere anche dei momenti di regressione, momenti che possono durare anche settimane o mesi. Come se il bambino facesse la prova di come si sta senza seno, ma poi si accorgesse di essere cresciuto troppo in fretta. Quindi decide di ritornare indietro per un pochino, per godersi ancora quei momenti. Spesso, poi, quando il momento regressivo si conclude, il salto è ancora più grande.
Ci sono infiniti modi di allontanarsi dal seno, mille modalità diverse, e solo lasciando fare al nostro bambino saremo sicure di aver rispettato il suo particolare progetto, il suo particolare percorso che lo porterà a diventare “grande”.
Foto di Tim Kraaijvanger da Pixabay
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