La scelta di allattare
Allattare o no è una scelta che spetta alla mamma, e a nessun altro. Se è vero che allattare dovrebbe essere la norma per chi non ha difficoltà fisiche specifiche (reale ipogalattia, malattie che richiedono terapia incompatibile, …), è anche vero che a volte alcune mamme non desiderano affatto allattare, per diversi motivi. Io credo che queste mamme abbiano diritto a fare una scelta diversa da quella consigliata, ma devono essere correttamente informate delle difficoltà a cui potrebbero essere esposti i loro bambini.
Una volta che i genitori sono informati circa i possibili effetti collaterali della scelta di non allattare, se non vogliono approfondire le radici di questa scelta con un professionista, credo che il latte artificiale per alcune coppie madre-bambino sia la soluzione migliore, meglio di una madre che potrebbe allattare rifiutando o odiando questo momento. Un’altra possibilità è quella di cercare un aiuto competente per capire quali sono i motivi più profondi che ci portano a non voler allattare.
È molto più importante la disponibilità emotiva della madre verso il bambino piuttosto che l’allattamento, se si deve scegliere tra le due cose.
Perché allattare?
Dal punto di vista fisico e chimico, possiamo dire che il latte materno è un tessuto biologico dinamico, unico e inimitabile. Non è sterile ma contiene anticorpi, è igienicamente adeguato, alla giusta temperatura. Inoltre, è specie-specifico cioè è perfetto per i piccoli di quella specie, ha un ottimo rapporto qualità-prezzo ed è un alimento ecologico.
Dal punto di vista relazionale, il latte materno ha innegabili funzioni extranutrizionali. Infatti, dà grande soddisfazione al bisogno relazionale mamma-bambino. L’alimentazione del neonato è uno dei primi modi per creare un contatto psicologico tra la mamma e il papà e il loro bambino.
Il luogo in cui si allatta, il come, e quello che succede nell’ambiente durante l’allattamento, sono tutti fattori che iniziano a creare una cornice psicologica in questo importante momento di “scambio”.
Durante l’allattamento il neonato non riceve solo il latte materno, ma riceve anche il “modo” con cui quelle attenzioni vengono donate. Parlo di dono perché l’allattamento non può essere solamente considerato un comportamento guidato dagli istinti. È vero che gli istinti guidano gli schemi senso-motori con cui si sviluppa questo tipo di attaccamento, ma è altrettanto vero che l’attaccamento è anche il frutto del modo creativo che la mamma e il papà hanno di occuparsi del loro bambino.
Il gioco di sguardi, il come lo si tiene tra le braccia, il fatto che gli si parli o gli si canti, insieme agli stimoli che provengono dall’ambiente, diventano un tutt’uno che possiamo considerare il “come” il bambino sia invitato all’incontro con i propri genitori.
Benefici fisici e psicologici
Allattare è la naturale prosecuzione della gravidanza. Dopo essere stato 9 mesi nel grembo materno, il neonato nasce e ritrova, nel seno, il nutrimento e il calore dell’abbraccio materno. Il seno è cibo, calore, coccola, consolazione, aiuto per la nanna e cibo per la mente in formazione.
Esistono molteplici benefici che questo modo di nutrire i propri figli può portare, sia alla mamma che al bambino. Vediamo quali sono:
Benefici per la mamma
• diminuzione del rischio di anemia: le mamme che allattano hanno un rischio minore di diventare anemiche dopo il parto, e di avere emorragie post partum
• rapporto con il bambino: gli ormoni della mamma che allatta, prolattina e ossitocina, la aiutano a diventare una mamma paziente e sintonizzata sui bisogni del proprio neonato. I ritmi di sonno e di veglia si adattano meglio a quelli (fisiologicamente spezzati) del nuovo nato, e la mamma si sente più efficace e capace di comunicare col proprio bambino, di interpretare i suoi segnali e di soddisfare i suoi bisogni
• contrasta l’insorgere della depressione post partum: non allattare, anche se è stata una scelta, a volte porta con sé un senso di perdita, di inadeguatezza, che può portare alla depressione. Riuscire ad allattare, al contrario, può anche “curare” le ferite della mamma, sia di vecchia data, che dovute alle modalità con cui è avvenuto il parto, che spesso lasciano insoddisfatta la neo mamma. Il legame di allattamento riesce a recuperare un rapporto stretto col bambino, anche quando l’inizio non è stato ottimale e ci sono state separazioni precoci
• protegge dai tumori: è stato dimostrato che allattare riduce la probabilità di essere affetti da tumore della mammella, delle ovaie e dell’utero. Più a lungo si allatta, e più è efficace la protezione da queste malattie
• protegge da osteoporosi: allattare riduce il rischio di osteoporosi; le ricerche mostrano che le mamme che non hanno allattato sembrano essere esposte a un rischio 4 volte maggiore rispetto a quelle che hanno allattato per più di 9 mesi
• aiuta a ritrovare la forma fisica: il periodo di allattamento aiuta la mamma ad eliminare le scorte di grasso accumulate durante la gravidanza, senza fare sforzi particolari. Una donna che allatta “brucia” quotidianamente 350/500 calorie in più rispetto a chi non lo fa
• durante il primo periodo di vita del bambino, se sono presenti alcune condizioni, allattare funziona come metodo contraccettivo: se il bambino ha meno di 6 mesi, è allattato esclusivamente al seno, la distanza tra le poppate non è superiore alle 4 ore (e la pausa notturna non supera le 6 ore) e la mamma non ha ancora visto la ricomparsa del ciclo mestruale, è attivo il LAM (metodo di amenorrea lattazionale). Se sono presenti queste condizioni, l’ovulazione che dovrebbe verificarsi prima del capoparto è comunque giudicata inadeguata al fine di rendere possibili le condizioni per una gravidanza e ciò a causa della scarsa fase luteale. Questo metodo ha un’efficacia del 98%.
Benefici per il bambino
• il latte materno protegge dalle infezioni, rafforza il sistema immunitario, e di conseguenza i neonati allattati al seno sono meno portati a sviluppare infezioni respiratorie, urinarie e gastrointestinali, allergie. La mamma, attraverso il latte, passa al bambino i propri anticorpi e altri fattori protettivi
• il latte materno protegge dalle intolleranze alimentari e allergie: è ampiamente documentato che ci sono meno probabilità di reazioni allergiche introducendo il più tardi possibile il latte vaccino e altri comuni alimenti allergenici nella dieta del bambino
• protegge da obesità, diabete e malattie cardiovascolari, favorendo uno sviluppo fisiologico del metabolismo
• protegge da certi tipi di tumori (linfomi e leucemie)
• il latte materno è l’unico alimento vivo, si adatta alla crescita e alle mutate esigenze del bambino nelle diverse fasi di sviluppo, e si modifica sia all’interno della stessa poppata che durante il giorno (ad esempio al mattino è più grasso e ricco di proteine), che durante i mesi e gli anni. È comunque l’alimento più digeribile di tutti, e aiuta molto i bimbi anche quando si ammalano, perché impedisce la disidratazione anche in caso di malattie gastrointestinali
• essere allattati al seno permette al bambino un corretto sviluppo della muscolatura facciale e di tutto il corpo, riducendo il rischio di carie e alterazioni del palato e dei denti
• essere allattati al seno riduce il rischio di SIDS in quanto il latte materno è più digeribile e induce un sonno meno pesante.
• l’allattamento influisce positivamente sullo sviluppo psicologico, cognitivo, emotivo e sociale
Benefici per tutta la famiglia
• l’allattamento al seno favorisce il legame tra madre e bambino, e fa crescere il piccolo sviluppando tutte le sue potenzialità sia fisiche che psichiche, grazie allo stretto contatto fisico ed emotivo
• allattare è pratico perché lo si può fare ovunque, senza doversi portare dietro nulla di particolare, e il latte è sempre pronto e alla giusta temperatura
• allattare al seno non aumenta i costi della famiglia: il latte artificiale ha un costo non indifferente che pesa sul bilancio familiare, considerando che il latte (materno o artificiale) deve essere l’alimento principale per i bambini almeno fino al primo compleanno. A ciò si aggiungono i costi per tutti gli accessori necessari per somministrare la formula artificiale, il tempo impiegato per prepararlo, e anche le spese mediche. I bambini non allattati al seno sono più portati ad ammalarsi perché non beneficiano, come abbiamo visto, delle importanti sostanze protettive presenti nel latte materno
• attaccare al seno un bambino stanco, dolorante, febbricitante, aiuta sempre: il seno è un calmante naturale, e aiuta tutta la famiglia a non aumentare la quota di stanchezza o nervosismo quando il piccolo non sta bene per qualsiasi motivo
Inoltre, allattare fa bene alla famiglia intera, perché si diffondono ormoni dell’amore (ossitocina) nell’aria, è più facile gestire le difficoltà quotidiane e si insegna alle successive generazioni cosa significa nutrire al seno i piccoli, cosa che si è molto persa in questi ultimi 50 anni. I nostri bimbi sperimentano sulla propria pelle cosa è l’allattamento, e se lo ricorderanno per sempre, anche quando saranno a loro volta mamme e papà.
Foto di StockSnap da Pixabay
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