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LE EMOZIONI DELL’ALLATTAMENTO PER MAMMA E BAMBINO

Allattare al seno è un’esperienza molto intensa sia per la mamma che per il bambino, non è semplicemente un gesto meccanico che la madre compie per permettere al proprio figlio di sopravvivere ed essere alimentato.

È un complesso sistema di comunicazione tra madre e figlio, comunicazione che passa tramite il seno, il latte, il corpo e gli occhi dei due partecipanti… Un mondo di significati passa nel momento dell’allattamento, nei mesi dell’allattamento, negli anni dell’allattamento, e costruisce una parte importante del rapporto tra la mamma e il suo piccolo.

Per il bambino

L’aspetto nutritivo dell’allattamento non è il solo e più importante. Fin dal primo momento in cui si attacca al seno la prima volta, il neonato si tranquillizza perché ritrova la sua nutrice, riconosce il suo odore, recupera la fusionalità persa con il taglio del cordone. Sono sensazioni che lo placano e lo rassicurano.

Contatto

Ogni poppata è un ritrovarsi: attraverso la continua ripetizione del contatto, il bambino costruisce dentro di sé una certezza. Attesa e incontro sono continue ripetizioni di separazioni e fusioni: questo permette la nascita del senso di sé. Molti studi confermano che in allattamento il bambino è consapevole di essere parte di un duo.

Verso il 3° mese, il bambino capisce che è lui stesso a far arrivare il latte, succhiando. Si attacca e poi si stacca, sorride alla mamma e riprende a poppare. Con il biberon questo non accade allo stesso modo perché il metodo di suzione è molto diversa.

Comunicazione di emozioni

Una mamma che allatta trasmette le proprie emozioni attraverso il corpo (ritmo cardiaco, sudorazione…). Tutte queste comunicazioni arrivano al bambino, sono insegnamenti importanti che avvengono all’interno di un rapporto molto stretto, fisico, con la mamma, e rimarranno la base della vita emotiva del bambino e dell’adulto che diventerà.

Il significato del seno nei primi mesi

Lungo il periodo dell’allattamento il significato del seno per il bambino si modifica via via. In prima istanza è un qualcosa a cui attaccarsi, soddisfacendo così il semplice bisogno di avere una buona presa e di succhiare; è qualcosa che fa sì che la bocca si muova. Poi diventa qualcosa che permette al bambino di saziarsi.

Successivamente compare la mamma dietro a quel seno, il suo volto, la sua voce e l’interazione reciproca tra i due. Tutto questo si realizza e si consolida con l’allattamento.

Per il bambino, avere il seno a disposizione all’inizio gli permette di vivere nell’illusione di essere ancora una cosa sola con la mamma, perché non è pronto per sentirsene separato. Piano piano, nel corso delle settimane e dei mesi, il piccolo imparerà ad aspettare, grazie a tutte le volte che ha ricevuto risposta immediata dalla mamma ai suoi bisogni.

Inevitabilmente arriverà il momento in cui dovrà aspettare, perché la mamma non lo sentirà subito, perché sarà in bagno, perché sarà al telefono, quindi non serve farlo aspettare di proposito per “abituarlo”.

Nel corso del tempo, avere il seno a disposizione lo farà sentire importante, efficace (come quando al 3° mese capisce di essere lui a “produrre” il latte), e gli farà ritrovare l’abbraccio materno dal di fuori e dal di dentro. Il latte materno e il seno sono cibo, bevanda, consolazione, aiuto nell’addormentarsi, compagnia, rimedio contro la noia… ma soprattutto un mezzo per crescere forte e sicuro di sé.

Il significato del seno dopo i primi mesi

Dopo i 7-8 mesi, il seno comincia ad avere un’importanza più significativa per il bambino, come oggetto che calma e rasserena, e questo non è un male. Anzi, di fatto è assai conveniente perché l’allattamento continua a favorire la costruzione del legame e rende più significativa l’esperienza di dipendenza. Da questa dipendenza iniziale, il bambino guadagnerà un senso di indipendenza più grande.

Quando i bimbi crescono e imparano a gattonare e camminare, poi a parlare, il seno rappresenta la sicurezza, il loro porto sicuro, dove ancora possono rifugiarsi in qualsiasi momento (quando la mamma è presente) per fare il pieno di coccole.

Ogni bambino ha un suo proprio rapporto col seno, in alcuni periodi si intensifica, in altri rallenta, rimanendo sullo sfondo, ma dura a lungo, anni, se si ha la pazienza di arrivare al momento in cui il bambino si sente pronto a staccarsene. E poi si potrà godere dei frutti di questi anni di relazione di allattamento.

Per la mamma

Il periodo in cui una mamma allatta, che siano pochi mesi o anche anni, è un periodo che ha un inizio e una fine. Questo tempo di allattamento porta con sé una miriade di sentimenti, sensazioni ed emozioni, difficili da spiegare a volte.

La sorpresa

Spesso all’inizio l’emozione prevalente, sia nel bene che nel male, è lo stupore. Ci si stupisce innanzitutto di avere davanti agli occhi un esserino così piccolo ma così determinato, che sa cosa vuole, che sa poppare (o forse non così bene) ma che comunque è guidato da qualcosa di più grande di lui. Stupore anche perché non sembra possibile il fatto di nutrire al seno la nostra creatura, e farla crescere in quel modo, dopo tutte le leggende che per una vita abbiamo sentito raccontare sulla “fortuna” di avere il latte… oppure stupore perché sembrava una cosa così semplice ed elementare, e invece non riusciamo ad allattare così facilmente.

I dubbi

Si possono provare emozioni come preoccupazione e paura per come possono andare le cose: paura che il bambino non cresca abbastanza, che l’allattamento incontri dei problemi o che non si riescano a superare, paura di non essere all’altezza dei compiti di mamma allattante, paura di essere fagocitati dalle esigenze di quell’esserino che è nostro figlio. Paura per il necessario aggiustamento della vita familiare, ora che è arrivato il bambino. Se si allatta, poi, si può temere che eventuali altri figli più grandi possano sentirsi più gelosi del nuovo arrivato, se loro non sono stati allattati.

La fatica

La fatica emotiva è un altro importante tassello di questi primi tempi, e cioè sentirsi stanche non solo fisicamente, per tutti i cambiamenti avvenuti dalla gravidanza e fino al parto e i primi tempi, ma anche la fatica delle nuove emozioni totalizzanti. Il dover essere sempre a disposizione del piccolo, se la mamma allatta, è indispensabile ma anche pesante. La mamma deve essere sempre presente per nutrire e soddisfare il proprio piccolo, a meno che non ci organizzi con scorte di latte.

Queste emozioni non sono facili da accettare e da raccontare, perché al giorno d’oggi è facile trovare scorciatoie, ma a volte non le si vuole percorrere, e si vuole allattare ed essere presenti per il piccolo. Però si vorrebbe anche che la fatica e il sacrificio fossero riconosciuti e non considerati solo come “martirio”.

Il senso di colpa

Può capitare, in alcuni casi, che ci si senta anche in colpa se non si provano sentimenti positivi relativi all’allattamento. Spesso questo può accadere all’inizio dell’allattamento, quando ci sono difficoltà più o meno grandi, le mamme sono molto stanche, tutto è ancora complicato e meccanico, e non si riesce a sentire quell’innamoramento che ci si aspettava di provare.

Molte volte questo sentimento cambia col tempo quando, superate le prime difficoltà, si inizia davvero a godersi l’allattamento, ma a volte continua ad essere presente. A volte si allatta ma per senso del dovere, non perché si trae piacere da questa modalità di relazione. Si può provare a capire da dove viene questo sentimento: forse ha delle origini nel modo in cui si viene allevate e accudite da piccole, o da altri avvenimenti della vita. A volte parlarne con qualcuno può essere di aiuto.

Le emozioni positive

Ma ci sono anche emozioni positive come la gioia, la soddisfazione, il senso di realizzazione per essere riuscite ad allattare, per poter godere di questo privilegio tutto femminile, nonostante le difficoltà che ci possono essere.

Queste sensazioni positive sono anche sostenute dallo stretto rapporto che si viene a creare col bambino, e aiutate dagli ormoni dell’allattamento che fanno rilassare la mamma che ha il proprio piccolo al seno. Come il piccolo si rilassa al seno e spesso si addormenta, anche da grandicello, anche nel corpo della donna avviene qualcosa di simile. Il rilassamento aiuta anche ad addormentarsi, in modo che, nonostante i molti risvegli, al mattino ci si possa sentire riposate.

Conclusioni

Insomma, la gamma di emozioni e sentimenti riguardo all’allattamento può essere molto varia, e toccare anche altre corde che qui non sono state nominate. La cosa importante è, come sempre, quella di riconoscere e accettare anche le emozioni negative come parte di questo intenso periodo, cercando, dove possibile, di risolvere o elaborare eventuali emozioni o vissuti negativi, per sentirsi meglio con se stesse e col proprio bambino.


Foto di Bruno da Pixabay
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