Spesso la notte è un momento che incute timore, che disturba i piccoli, come se sentissero dei pericoli solo per il fatto che la luce mancante può nascondere cose strane. Le paure notturne sono paure ataviche, che molti si portano dietro anche in età adulta, sotto forma di timore dell’oscurità, ma alla fine un po’ tutti siamo affascinati dal buio…

Cosa si cela nel buio secondo i bambini piccoli?

La paura del buio

Nel buio si perdono i riferimenti, non si sa più dove si deve andare, e a chi possiamo rivolgerci. La paura del buio è una paura primaria, arcaica, legata allo smarrimento e all’abbandono. Il buio è il territorio popolato da fantasmi e mostri. Cosa possiamo fare? Non minimizzare le paure del bambino, perché la sua paura è reale anche se nel buio non c’è nulla di pericoloso. Possiamo aiutare il bambino a creare dentro di sé delle immagini buone e ricordi piacevoli associati al dormire, tornando spesso a coccolarlo in modo da fargli capire che non siamo scomparsi, se dorme da solo. Rassicuriamolo sul fatto che noi siamo sempre accanto a lui e controlliamo che non succeda nulla. Una piccola luce notturna può essere di grande aiuto, ma fate attenzione che non crei ombre poco rassicuranti sul muro.

La paura di andare a letto

Spesso i bambini hanno sonni agitati, anche a causa del ripresentarsi, di notte, del ricordo di esperienze negative avute durante il giorno. Incubi, allucinazioni, terrori notturni… ma in cosa si differenziano?

I terrori notturni si verificano immediatamente prima o dopo le fasi di sonno profondo. Dopo circa un’ora da quando si addormenta, o al mattino presto. Il bimbo sembra sveglio e addormentato allo stesso tempo, apre gli occhi, può parlare o gridare, si siede nel letto, si guarda attorno, e dopo l’episodio (che può durare minuti o un’ora) riprende a dormire. Il mattino dopo non ricorda nulla perché in realtà stava dormendo. Di solito si verificano (con diversa intensità a seconda del bambino) tra i 3 e i 6 anni, e sembrano causati sia da una predisposizione ereditaria che da naturali assestamenti del sistema nervoso, oltre che da stanchezza e nervosismo. Stiamo vicini al bambino per controllare che non si faccia male ma non interveniamo.

Gli incubi si manifestano durante le fasi di sonno agitato (sonno R.E.M.); sono spesso collegati a fatti accaduti durante la giornata. Possiamo aiutare il bambino con il contatto fisico per tranquillizzarlo, cerchiamo di fargli capire che è stato un sogno, ma senza minimizzare l’accaduto; facciamoci raccontare il sogno; rimaniamo con lui finché non si addormenta di nuovo. Possiamo anche pensare di mettere in atto dei riti prima della nanna che abbiano il senso di tranquillizzarlo, come spruzzare lo spray anti-mostro sotto il letto, o qualsiasi altra cosa vi venga in mente.

Le allucinazioni sono immagini molto vivide che si vedono prima di addormentarsi o al risveglio. Sono in parte sotto il controllo della realtà, e hanno un’origine fisiologica collegata all’imminente instaurarsi del sonno o al dormiveglia.

In tutti questi casi, come detto, la cosa importante è non lasciare da solo il piccolo e lavorare con lui affinché si senta al sicuro e protetto durante la notte. Non minimizzare gli incubi ma non parlarne neanche troppo. Spesso sono fasi che, come sono arrivate, poi se ne vanno. Se invece gli eventi notturni diventassero molto difficili da gestire o prolungati nel tempo, meglio chiedere un parere facendo una chiacchierata con un professionista, per tornare il prima possibile a dormire tutti serenamente.


Foto di bess.hamiti@gmail.com da Pixabay
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