BAMBINO IMMAGINARIO E BAMBINO REALE

Sin dall’inizio della gravidanza, mentre il corpo comincia le sue trasformazioni, nella mente della donna inizia a prendere forma il pensiero di diventare madre e di come potrà, dovrà e riuscirà ad essere nei confronti del figlio. Così la donna inizia anche ad immaginare come sarà, come si comporterà e a chi somiglierà il bambino.
Fantasie e aspettative
Il processo immaginativo ha inizio dopo il terzo mese, quando si hanno più certezze riguardo all’andamento della gravidanza. I primi mesi, solitamente, vengono dedicati alla presa di coscienza del cambiamento in atto nel corpo della donna, nella vita della coppia e soprattutto al benessere fisico del feto.
Entrambi i genitori cominciano ad immaginarlo sia fisicamente che caratterialmente attribuendo piccole aspettative al bambino, ad esempio sperando che abbia gli occhi della mamma, il carattere del papà, la dolcezza dei nonni e tanto altro.
Si iniziano a costruire prime fantasie basate sull’esperienza personale e familiare vissuta, ma anche basate sul condizionamento sociale e culturale che appartiene ad ogni persona.
Tutti questi pensieri che cominciano a prendere forma nella mente sia della donna che dell’uomo sono del tutto normali e comprensibili. Fanno parte del processo di accoglimento del bambino in arrivo, della costruzione dell’identità genitoriale e rispecchiano l’amore che è già nato verso il piccolo ancora in grembo.
Nascere nella mente
Il bambino immaginario prende sempre più forma, anche grazie alle ecografie che vengono eseguite, e quel suono del cuore che batte scatena emozioni diverse ogni volta che lo si ascolta e ogni volta che si muove.
Il neonato,prima di nascere dall’utero materno, nasce nella mente della futura madre, prende da lei forma e sostanza, riceve emozioni e stimolazioni. Ci sono quindi due “bambini”con cui ogni madre entra in relazione:
– Il bambino immaginario rappresenta ciò che ci si aspetta dal proprio figlio. Questa figura ci accompagna da quando siamo piccoli, è il risultato delle elaborazioni di nostre esperienze passate, dei nostri vissuti da figli, e di ciò che ci è rimasto dei nostri genitori come figure interne. Il nostro passato di figli influenza tantissimo, in un modo o nell’altro, il nostro modo di diventare ed essere genitori.
– Il bambino reale è quello che nasce e costringe poi la madre a compiere aggiustamenti di prospettiva, perché spesso è un pochino diverso, o molto, dal bambino immaginario. La nascita di un bambino non significa solo un primo incontro tra mamma, papà e bambino, ma anche l’incontro tra il bambino immaginario e quello reale.
Creare un legame
Dal quarto all’ottavo mese le future mamme solitamente danno libero sfogo alle fantasie, cominciando a parlare con il proprio bambino, comportamento oltretutto assai opportuno per cominciare a creare con lui un filo diretto. Facendogli ascoltare la stessa canzone, leggendogli sempre la stessa favola, lui saprà dare segnale di riconoscerle non appena sarà tra le braccia materne a riascoltarle. Anche se non proprio nello stesso modo, questo accade anche per i futuri papà.
Creare un legame con il proprio bambino porterà il padre a crearsi nella mente un’immagine del bambino immaginario legato anche ai racconti e alle emozioni che la compagna sente portando il bambino in grembo.
Ritagliarsi ogni giorno un po’ di tempo per cominciare un “dialogo” a tre è una buona abitudine per quando il bambino farà realmente parte della triade familiare.
Una nuova identità
La formazione di fantasie riguardo al ruolo e al futuro del bambino sono indispensabili per portare a compimento la fase preparatoria dello sviluppo dell’identità materna. Nondimeno, è anche indispensabile che la futura madre non dimentichi un lavoro mentale volto a riconoscere e valorizzare le reali potenzialità e inclinazioni del bimbo.
Di norma la futura mamma, tra l’ottavo e il nono mese, invece che continuare ad immaginare il bambino, comincia a demolirne l’immagine, fino a che pian piano svanisce. Ciò accade naturalmente per l’istinto di protezione che la madre ha verso il proprio figlio, consapevole del fatto che il bambino immaginario e il bambino reale a breve si incontreranno e non può permettere che ci sia troppa differenza tra i due.
Il senso di protezione verso il bambino reale le permetterà di creare un primo legame con lui, non più fatto di aspettative rispetto al suo temperamento e al suo aspetto fisico, ma comincerà un vero rapporto di conoscenza tra madre e bambino, tra padre e bambino e tra madre-padre-bambino. Tuttavia, il bambino immaginario non scomparirà mai del tutto.
I bisogni del bambino
Ogni bambino, nel momento in cui nasce, ha bisogno di essere guardato, capito e rispettato per quello che è, e non per le aspettative che ci si è creati su di lui. Il bambino deve potersi rispecchiare nella madre sin dal momento della nascita. Se la madre sarà in grado di fare ciò, il figlio sicuramente potrà crescere accanto ad una madre in grado di rispecchiarlo e che lo aiuterà nel processo di valorizzazione della sua autostima, in un clima affettivo e comprensivo per i bisogni di cui necessiterà.
In un contesto di serenità, il bambino si sentirà accolto e potrà esprimere liberamente i propri sentimenti, sentirsi libero di essere triste, bisognoso di aiuto, gioioso, senza temere di rendere insicura la madre e di essere per questo amato o odiato.
Il momento del parto
Sarà comunque il parto uno degli ultimi passaggi finali che preparerà la donna alla condizione di madre: al momento del parto verrà compiuto uno scatto in avanti verso la formazione dell’identità materna, e questo avverrà in qualsiasi modo il parto avvenga, e indipendentemente dalla sua durata.
L’effetto psicologico più intenso del parto naturale è la sensazione di aver raggiunto un risultato che va a fondersi con vari sensazioni provate come euforia, sollievo, sfinimento, svuotamento, che saranno ovviamente mescolati in maniera molto soggettiva.
Una nuova famiglia
Nel frattempo ci sarà anche il primo vagito del bambino. La nascita vera e propria del bambino permetterà alla madre di confrontarsi con un bambino reale, con nuovi ruoli e funzioni da attribuire agli altri ma soprattutto a se stessa e alla sua nuova famiglia. Dovrà, in questo, cercare di seguire l’istinto materno e lasciarsi guidare dal proprio figlio e dalle proprie esigenze familiari.
Ecco come si forma una nuova famiglia, che è il risultato di molte modificazioni e di molti “movimenti” inconsci e coscienti, che partono dalla figura di un bambino immaginario e arrivano ad un bambino vero, da tenere tra le braccia. Questo è l’inizio di una nuova vita, e di una nuova fase nella vita di coppia e familiare.
Foto di 5921373 da Pixabay
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