I DISTURBI ALIMENTARI IN ADOLESCENZA

Cosa sono
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono malattie psichiatriche, complesse e gravi da cui però, con adeguati interventi, si può guarire.
Questi disturbi sono purtroppo molto diffusi e sono aumentati in seguito alla pandemia di Covid-19.
Nei disturbi dell’alimentazione, i soggetti attribuiscono un’eccessiva importanza, che spesso si tramuta in una vera ossessione, all’alimentazione, al peso e alle forme del corpo. Il passo successivo è un’influenza negativa importante sui livelli di autostima e di considerazione di se stessi.
Esordio
In questi disturbi non c’è una sola causa che può spiegarne l’insorgenza, si parla infatti di fattori di rischio (biologici, psicologici e socio-ambientali) che possono predisporre e rendere più probabile l’esordio. Di solito queste patologie sono più frequenti tra le femmine nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni, ma possono colpire anche i maschi e tutte le fasce di età.
Dati epidemiologici
Nelle società occidentali, vari fattori socioculturali enfatizzano il valore attribuito alla magrezza (soprattutto delle donne), e si ricerca un’immagine del corpo ideale.
Anoressia e bulimia sono considerati dei disturbi legati alla cultura. I dati epidemiologici riferiti agli adolescenti parlano di un caso ogni 200, ma prendendo in considerazione esclusivamente la popolazione femminile fra i 12 e i 18 anni, si arriva all’8% circa.
L’età media di insorgenza dell’anoressia nervosa è 16 anni, con due picchi a 14 e 19 anni. Nel 15-20% dei casi il disturbo diventa cronico e in circa la metà dei casi c’è un passaggio verso la bulimia nervosa.
I principali disturbi alimentari
Vediamo nel dettaglio, brevemente, i più diffusi disturbi alimentari.
L’Anoressia Nervosa
È il disturbo alimentare più conosciuto, che si manifesta nel 95% dei casi il sesso femminile. Spesso il tutto ha inizio con una dieta per perdere qualche kg, anche se quasi sempre sono diete non necessarie, ma spesso la dieta non viene mai interrotta.
Le ragazze che hanno questo tipo di disturbo sono solitamente descritte come molto adattate, non problematiche, efficienti ed impegnate validamente nel raggiungimento degli obiettivi.
La dieta non viene interrotta neanche quando si arriva ad un dimagrimento eccessivo, perché è come se nello specchio loro continuassero a vedersi in sovrappeso.
Si diagnostica l’anoressia quando la perdita di peso è superiore al 15% del peso iniziale. Nei casi più gravi si arriva a perdere il 50% del proprio peso.
Oltre al rifiuto del cibo, ci possono essere condotte di eliminazione come l’uso di lassativi, l’induzione del vomito o un’attività sportiva esasperata.
La ragazza anoressica conosce alla perfezione il contenuto calorico di ogni genere commestibile e spesso pesa ogni cosa che mangia, cucina con piacere per la propria famiglia e per gli amici ma lei continua a non alimentarsi.
Il fatto di riuscire a dimagrire sempre di più è vissuto come una fonte di esaltazione, e si accompagna a un senso di invulnerabilità e onnipotenza.
Nei casi più gravi, questo comportamento può durare anni e condurre la giovane alla morte.
Esiste anche una versione “maschile” dell’anoressia, ovvero la bigoressia, cioè il desiderio esasperato di sviluppare masse muscolari voluminose ed armoniose. Questo significa trascorrere molte ore ad allenarsi in modo intensivo e massacrante, e a controllare in modo ossessivo le calorie e i nutrienti che vengono ingeriti con l’alimentazione. Inutile dire che i risultati che vengono raggiunti non sono mai sufficienti.
La Bulimia Nervosa
In questo disturbo i soggetti oscillano tra l’ossessione per il cibo e la preoccupazione per aver mangiato troppo, cosa che li spinge a comportamenti opposti. Ci sono spesso periodi di diete e restrizioni che si alternano a periodi in cui ci sono abbuffate, che vengono compensate da condotte di eliminazione come l’induzione del vomito o l’uso di lassativi.
Spesso le persone bulimiche nascondono il cibo magari prendendolo dalle scorte di casa, per poi consumarlo in modo vorace in solitudine. In seguito alle abbuffate c’è un lieve sollievo dall’ansia, che dura poco, e poi subentra il senso di colpa.
L’adolescente spesso prova un forte senso di disgusto per il proprio comportamento.
Il Binge Eating Disorder (binge=abbuffata)
È conosciuto anche come “Disturbo da alimentazione incontrollata”. Il soggetto in alcuni momenti eccede col cibo, perde il controllo di ciò che ingerisce, ma non cerca in alcun modo di compensare con condotte bulimiche. Il suo peso corporeo quindi aumenta in modo importante.
L’obesità
È una patologia cronica che comporta un aumento importante del peso e provoca gravi problemi di salute, che possono anche mettere a rischio la vita del soggetto. Ci sono molte possibili cause dell’obesità, come fattori genetici, ambientali, legati ad abitudini alimentari scorrette, psichici.
Il bisogno di ingerire molto cibo sovente viene scatenato da un disagio emotivo/relazionale, come il senso di vuoto, la solitudine, e il soggetto risponde a questo bisogno in modo istintivo e immediato: mangia senza essere capace di controllare l’impulso. Ci possono essere abbuffate oppure un modo di nutrirsi “troppo” in modo sistematico.
Quali possono essere le cause dei DCA?
Una delle cause è sicuramente costituita dalla delicatezza della fase adolescenziale, in cui i ragazzi sono particolarmente sensibili a ciò che accade nel mondo esterno, e in cui le emozioni che provano corrono a grande velocità e spesso loro ne rimangono travolti.
Le reazioni emotive sono intense, a volte non sono comprese neanche dal ragazzo stesso, e questo può portare l’adolescente a sviluppare problematiche legate al cibo e all’immagine corporea.
Le caratteristiche che spesso portano un adolescente a sviluppare un disturbo della condotta alimentare sono un senso di personale inefficacia, la difficoltà nella separazione e di relazione con il genitore, la paura di diventare fisicamente ed affettivamente adulti, la tendenza al perfezionismo.
I sintomi dei DCA esprimono una sofferenza interiore che non trova altri canali di comunicazione. Sono richieste di aiuto che devono essere colte e ascoltate.
Il disturbo alimentare può essere un modo per esprimere un disagio causato da rapporti familiari tesi oppure da eventi traumatici o, anche, dalla pressione sociale dei propri coetanei (ad esempio come conseguenza di episodi di bullismo).
Si può dire che i disturbi alimentari esprimano una difficoltà all’interno dell’ambito delle relazioni affettivamente significative della persona.
Quali sono i campanelli d’allarme che i genitori possono riconoscere?
L’età media dei soggetti che soffrono di disturbi alimentari si sta abbassando molto, arrivando in molti casi a colpire bambini di otto o nove anni. In Italia ci sono circa 3 milioni di persone affette da disturbi del comportamento alimentare (circa il 5% della popolazione italiana). Gli adolescenti sono la maggioranza, se ne contano circa 2,3 milioni.
Spesso i disturbi alimentari emergono durante l’infanzia e proseguono nel corso dell’adolescenza e se non si interviene tempestivamente c’è il rischio che si cronicizzino.
Nel contesto familiare, i genitori possono prestare particolare attenzione ad alcuni segnali per riconoscere la presenza di un disturbo legato all’alimentazione:
- presenza di rituali durante i pasti (separare le varie pietanze, tagliarle in piccoli pezzi e mangiare molto lentamente, o mangiare piccolissime porzioni, per le anoressiche, o la tendenza a nascondere il cibo per consumarlo voracemente di nascosto, per le bulimiche).
- fretta di alzarsi dopo il pasto, o il ritrovamento di diuretici e lassativi nascosti tra gli oggetti personali dell’adolescente.
- ossessione per il proprio aspetto fisico, passare ore davanti allo specchio, prendersi le misure, essere sempre insoddisfatta
- isolamento relazionale, compensato con buon rendimento scolastico
- frequenti cambi di umore, stanchezza, irritabilità, tristezza, episodi di pianto o rabbia, difficoltà di concentrazione, tendenza a isolarsi dagli altri.
- eccessiva attività fisica
- perdita di peso e talvolta la scomparsa del ciclo mestruale, deterioramento fisico notevole, erosione dello smalto dentale
I sintomi solitamente vengono nascosti o negati dall’adolescente (ad esempio, vomitare senza essere visti) e possono essere diversi a seconda del tipo di disturbo.
È importante notare se manca frequentemente del cibo dalla dispensa, soprattutto dolci, biscotti, gelati o snack dolci e salati, così come lassativi o i diuretici possono venire acquistati di nascosto con la paghetta settimanale, l’attività fisica può essere svolta di nascosto nella propria cameretta.
È bene che i genitori siano attenti a questi segnali per poter intervenire tempestivamente.
Cosa fare in caso di disturbi alimentari negli adolescenti
Se sono presenti dei segnali, è bene confrontarsi innanzitutto tra genitori, poi eventualmente con gli insegnanti, gli amici e tutte le persone significative che ruotano intorno all’adolescente, per verificare se anche loro hanno notato dei cambiamenti e avere un quadro di insieme.
È importante che i genitori aprano un dialogo empatico con l’adolescente stesso, cercando di esprimersi con calma e possibilmente cercando di non far sentire giudicato il ragazzo.
La cosa migliore è scegliere un momento tranquillo che favorisca la possibilità di un miglior dialogo, che faccia sentire l’adolescente compreso/a nella sua difficoltà, e non giudicato o inadeguato. Evitare di affrontare questo discorso al momento dei pasti.
Se il disagio viene confermato dalle parole o dagli atteggiamenti del ragazzo, è bene contattare il medico che consiglierà la strada migliore da seguire, e i primi passi da compiere.
Ricordiamo che dai disturbi alimentari si può guarire.
Le conseguenze
I disturbi del comportamento alimentare sono incompatibili con la vita. Anoressia e bulimia possono portare a conseguenze gravissime sulla salute e alla morte.
È bene che i genitori non sottovalutino questi disturbi, e che si rivolgano a specialisti il prima possibile.
Il percorso terapeutico
Il cambiamento che porta alla guarigione nei disturbi alimentari avviene soprattutto tramite la modificazione del mondo psicologico dell’adolescente.
Il trattamento principale è quindi la psicoterapia, associata ovviamente ai ricoveri salva vita che si rendono necessari nei casi più gravi. La psicoterapia è indispensabile per esplorare le cause del disagio interiore che hanno scatenato il disturbo e per ricostruire con il paziente le ragioni dei suoi comportamenti disfunzionali.
La maggior parte degli adolescenti con un disturbo alimentare non ha consapevolezza del problema e spesso rifiuta un sostegno terapeutico. Quelli che per noi sono sintomi, per loro solo soluzioni ai problemi che hanno.
Un percorso psicoterapeutico mira innanzitutto a far comprendere al soggetto di aver bisogno di aiuto, e in secondo luogo ad avere una motivazione del soggetto in questo.
Sarà necessaria la collaborazione con la famiglia, in caso di ragazzi adolescenti. Gli obiettivi del lavoro di terapia saranno l’elaborazione dei vissuti riguardo al cibo e al peso corporeo, un rafforzamento dell’autostima, uscire dal circuito della dipendenza dal cibo e riappropriarsi di un corretto rapporto con l’alimentazione.
A volte è necessario aggiungere dei farmaci al trattamento psicoterapeutico, ma i farmaci da soli non hanno molta efficacia.
Foto di Joachim Schnürle da Pixabay
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