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Ho comprato questo bellissimo dvd quando aspettavo la mia prima figlia, dopo aver realizzato che avevo una curiosità sulle prime ore di vita del bambino. Cosa farà? Cosa farò io? Come mi sentirò?

Non riuscivo a immaginare quei primi momenti, e anche al corso pre-parto avevo espresso questi dubbi, come una domanda che mi veniva da dentro. Poterla pensare ed esprimere mi aveva fatto capire che avevo bisogno di leggere, vedere, capire qualcosa di più.

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Ecco il sottotitolo, che riassume bene ciò che troverete dentro a questo utilissimo libro: “Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini”.

Questo testo, ben scritto, scorrevole e semplice da comprendere per ogni mamma, è per me molto prezioso, ed è stato il regalo che ho fatto a molte mamme in attesa.

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Quando nasce un bambino, nasce anche una madre, e soprattutto nasce una nuova relazione d’amore, che era iniziata 9 mesi prima, e che si era alimentata durante tutta la gravidanza. Il feto e la madre danzano all’unisono per mesi, respirano insieme, mangiano insieme, dormono insieme, vivono le stesse sensazioni.

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Allattare al seno è un’esperienza molto intensa sia per la mamma che per il bambino, non è semplicemente un gesto meccanico che la madre compie per permettere al proprio figlio di sopravvivere ed essere alimentato.

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Spesso i nostri bebè ci ricordano che non amano stare distanti dalla mamma, e che amano essere maneggiati e coccolati. A parte tenerli in braccio, quali sono i modi in cui possiamo soddisfare questi bisogni? Vediamo alcuni mezzi “pratici” per soddisfare il bisogno di contatto dei nostri piccoli, che possono avere anche altri lati positivi. Le fasce portabebè e il massaggio infantile.

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La comunicazione con neonato inizia nei primi momenti di conoscenza con la madre dopo la nascita, come abbiamo visto nell’ultimo articolo. Nelle prime settimane e nei primi mesi di vita, la comunicazione cambia e si evolve, ma si esprime attraverso alcuni ambiti precisi, che sono l’alimentazione, il contatto e il gioco. Vediamoli insieme.

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L’essere umano fin dalla nascita sa fare molte cose, solo apparentemente elementari: reagire con movimenti riflessi a stimoli che arrivano dall’esterno, percepire il mondo intorno a sé, piangere.

Ma il neonato sa interagire con chi si prende cura di lui in molti modi diversi.

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Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di “metodi” per far dormire i bambini, comprendendo anche i neonati, e supponendo quindi che i bambini non siano programmati per farlo. Questa idea ha qualcosa di errato nelle sue fondamenta: i bambini non imparano a dormire ma al contrario a stare svegli; è un processo di maturazione, a cui arriveranno quando saranno pronti. Ma i libri e i sedicenti “esperti” che consigliano certi metodi intendono dire che si può insegnare ai bambini a dormire tutta la notte senza svegliarsi o almeno senza “disturbare” i genitori. Peccato che questo sia pericoloso perché contro la loro fisiologia.

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Quali sono le principali paure dei piccoli, dai primi mesi ai primi anni di vita?

Paura di perdere il contatto fisico

Il neonato, e poi il bambino, ha necessità di contatto fisico quasi costante, a differenza di ciò che spesso si sente dire. Più sperimenterà la vicinanza e la presenza affettiva della mamma, più sarà un bambino sereno e autonomo, quando sarà pronto per esserlo. Più intimo sarà il contatto con la mamma, maggiore sarà la capacità di autonomia del bambino.

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